Israele, Palestina e i quotidiani italiani

 5 sorelle
 
 
Posto questa analisi a mio avviso ben fatta, tratta dal sito  militant

Purtroppo è tutto vero e facilmente verificabile il fatto che ancora una volta i media continuino a mentire su ogni cosa, continuando ad appoggiare le vergognose posizioni dei Sionisti Israeliani che vogliono applicare la "soluzione finale" (chissà da chi avranno imparato!!)sulla pelle dei Palestinesi della Striscia, già provati da molti mesi da un vergognoso embargo.

 



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Torniamo sul dramma
palestinese e sul modo in cui viene trattato dalla stampa italiana.
Abbiamo già scritto della vergognosa copertura televisiva, vediamo se
qualcosa cambia a livello di carta stampata.
In Italia i quotidiani più venduti sono la Gazzetta
dello Sport (al primo posto!!), il Corriere della Sera e Repubblica,
che si scambiano periodicamente la seconda e la terza posizione.
Lasciando da parte il quotidiano sportivo e l’infame Repubblica,
concentriamoci sul Corriere della Sera. Ormai pure sui libri di storia
c’è scritto che, in un recente passato, era controllato dalla
massoneria. Adesso…non si sa!! Quello che è certo è che in una grave
crisi economica – come denunciato dal Cdr in una lettera del 31
dicembre. Il Corsera rappresenta, comunque, una voce importante per la
borghesia italiana, tanto del centro-destra, quanto del centro-sinistra.


Incominciamo con
l’edizione di lunedì 29 dicembre – poche ore dopo l’inizio
dell’aggressione israeliana: la notizia ha grande spazio, con
l’editoriale e servizi da p.2 a p.6. La posizione del Corsera è
chiarissima: l’editoriale è affidato a Piero Ostellino (un liberista
duro e puro, uno che sta ancora brindando per la caduta del Muro di
Berlino e che non si accorge che il muro del libero mercato è in
frantumi da un pezzo), che dice che la colpa del conflitto è… dell’Iran
(!!). A p.2 viene dato largo spazio – come sempre – alla popolazione
israeliana e al rischio di essere colpiti dai razzi palestinesi. Gli
israeliani chiedono maggiore protezione al loro governo e dicono di
difendersi dai razzi mettendosi sotto il tavolo della cucina (razzi
piuttosto rudimentali, viene allora da pensare). A p.5 c’è
l’immancabile intervista a un membro del (fallimentare) governo
palestinese, che afferma che Hamas ha sbagliato (ci avremmo giurato!!)
e un altro articolo in cui Guido Olimpio “svela le trame iraniane a
Gaza” (insistono, quindi!). A p.6 un altro pezzo molto atteso:
l’intervista alla comunità ebraica italiana, tutta pro-intervento.
Spicca, in prima posizione, l’ineffabile Fiamma Nirenstein, che Vauro
ribattezzò Fiamma Frankenstein e disegnò come un mostro che aveva sulla
giacca sia la stella di David sia il simbolo delle SS naziste (Fiamma
lo denunciò e perse la causa). L’unico articolo scritto senza l’elmetto
con la stella di David è il classico appello buonista del classico
intellettuale israeliano pacifista, in questo caso Amos Oz, che
comunque specifica che “Hamas deve essere isolata”. Non dice
“distrutta”, quanto meno.


Il giorno dopo,
martedì 30 dicembre, si nota una doppia tendenza: da un lato, la
notizia perde importanza (anche se Israele continua la sua mattanza),
dall’altra la posizione è sempre filo-israeliana. Di conseguenza,
l’editoriale parla di altro e i servizi sono “retrocessi” alle
pp.10-13. Nelle prime due pagine dedicata alla guerra c’è un fiero
elenco degli obiettivi israeliani, con tanto di intervista al ministro
Livni, che non nasconde di voler arrivare a una sorta di “soluzione
finale”. Spunta anche un (breve e semi-nascosto) articolo in cui si
parla della stampa straniera e dei suoi dubbi sulla riuscita
dell’attacco, ricordando come anche nel passato la strategia militare
di Israele si sia rivelata fallimentare. Ma è una voce nel deserto, per
il resto si parla di come Hezbollah crei problemi all’Egitto e – in una
intervista al solito teo-con Michael Walzer (ma come mai continua ad
avere credibilità?) del perché i governi arabi siano ostaggio della
loro popolazione, che è favorevole ad Hamas… Infine, a p.13, viene
descritto il funerale delle due bambine palestinesi uccise per errore
da un razzo di Hamas. Ovviamente, si tace sulle donne e i bambini
uccisi dai sionisti.


Arriviamo adesso a
mercoledì 31 dicembre; la notizia è sempre alle pp.10-13. Anche il
governo italiano dice la sua, con il ministro degli esteri Frattini
che, dopo il costume da bagno che sfoggiava durante la crisi
Russia-Georgia, sfodera un bel giaccone da sci e attribuisce la colpa
ad Hamas. Gli altri articoli continuano a dare spazio alle minacce del
promier Olmert e a fomentare l’odio contro Hamas. Da notare una
simpatica tabella, in cui, con belluina semplicità, veniva ricordato il
numero di morti israeliani (quattro) e di palestinesi civili
(sessantaquattro, secondo stime Onu). In piccolo la stessa tabella
ricorda che, in realtà, i morti palestinesi sono 380 circa, ma oltre
trecento sono considerati miliziani di Hamas. Che, in quanto tali,
evidentemente non hanno diritto a essere conteggiati neanche come morti.


Arriviamo, infine, a
venerdì 2 gennaio 2009 – dopo la pausa per Capodanno: un paio di pagine
(8 e 9), con i soliti contenuti. Microfono aperto al ministro Livni,
che afferma fieramente che non ci sarà nessuna tregua; articolo in cui
si parla dei benefit concessi agli israeliani che abitano nel raggio di
gittata dei razzi di Hamas; consueta intervista all’intellettuale di
turno che critica gli estremisti presenti in Palestina. In ultimo,
articolo che descrive “gli irriducibili che hanno strappato la Striscia
ad Abu Mazen”, come se fosse scritto nelle tavole di Mosé che i
palestinesi dovessero essere governati per sempre da un esecutivo prono
nei confronti di Israele.


Questa è la squallida
copertura giornalistica del conflitto tra Israele e Palestina secondo
uno dei maggiori quotidiani italiani. A ben vedere, manca completamente
– ma non solo sul giornale, manca anche nella realtà – un forte
movimento internazionale di protesta contro l’ennesima aggressione
israeliana. Sabato 3 gennaio è prevista una manifestazione di
solidarietà con la Palestina,
organizzata da sigle che da sempre sono vicine ai palestinesi e
sostenuta anche dal collettivo Militant. E’ importante la
partecipazione.


Non dimentichiamoci
che anche l’Italia è stata teatro di aggressioni e violenze
anti-palestinesi, a cominciare dal 1972, quando Wael Zwaiter fu ucciso
a Roma dai Servizi israeliani. Sono passati trentacinque anni, siamo
nel 2009, il sionismo gode ancora di ottima salute…


 


ps: nell’ultimo editoriale dell’anno appena passato, sulle pagine del manifesto,
il guappo Valentino Parlato – facendo il bilancio del 2008 (neanche
fosse il presidente Napolitano) – sprecava tre parole (tre di numero)
sulla “sanguinosa aggressione di Israele”. Ovviamente ometteva come,
pochi mesi prima, si fosse pronunciato contro il boicottaggio del
Salone del Libro di Torino – dedicato a Israele – perché lo riteneva un
gesto eccessivo…

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